Edoardo Albinati, Un muro invalicabile?

Sconfinare – Festival culturale
Oltre il muro: otto ore, otto sguardi, una piazza

Il muro di cinta costituisce l’essenza stessa di un carcere, la ragione della sua esistenza, il suo simbolo. Cosa vuol dire esservi ristretti senza poter oltrepassare, per mesi o anni, quel muro che separa dalla vita? In cosa consiste l’esperienza della reclusione? E quale può essere il suo senso e la sua utilità, sia per l’individuo detenuto sia per la società da cui viene temporaneamente escluso? A queste domande è lecito provare a rispondere, sia pure in modo provvisorio, immaginando e poi facendo in modo che quel muro possa essere attraversato, dal dentro al fuori e dal fuori al dentro, affinchè il carcere non diventi un luogo extra-territoriale dimenticato da Dio e dagli uomini.

Edoardo Albinati (Roma, 1956), vincitore del premio Strega (2016) con il romanzo La scuola cattolica (Rizzoli), è uno dei più noti scrittori italiani contemporanei. Dal 1994 è insegnante di lettere presso il penitenziario di Rebibbia a Roma – un’esperienza narrata in Maggio selvaggio(Mondadori, 2001), resoconto di un anno di insegnamento in carcere. Fra le sue ultime pubblicazioni Cuori fanatici, Rizzoli, Milano, 2019.

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