Gaia Gaudi

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Per fortuna moriamo. Altrimenti sulla terra regnerebbe una calca tremenda. Hanna – l’alter ego clownesco di Gardi Hutter – ha esperienza nel morire: in quasi tutti i suoi spettacoli muore nel finale, ma non rinuncia agli applausi e si rialza subito. Nello spettacolo “Gaia Gaudi” Hanna è morta sin dall’inizio. Il pubblico lo sa, Hanna invece no, ma non si lascia di certo abbattere da una cosa così banale. Si dice che l’anima di un morto rimanga nello spazio ancora per qualche tempo e quella di Hanna si agita così intensamente, che il corpo afferra questa “cosa svolazzante” e la trascina nell’aldilà. La morte, come tutte le fini, è anche un inizio, una nascita, un passaggio: per i credenti verso un altro mondo, per gli scienziati verso un’altra dimensione e per i teatranti verso un’altra fantasia. Lo spettacolo “Gaia Gaudi” racconta di radici e ali, di stabilità e rinnovamento, del grande flusso delle generazioni che trasmette la vita. La storia è raccontata da una clownessa, una cantante, una danzatrice e un percussionista. Le sorprese non mancheranno… proprio come nella vita reale.

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